Non amo la street art. O meglio, mi correggo subito: non amo gl'imbecilli!
So che "street art" è un termine generico e che ci sono varie sottocategorie, in base alle varie tecniche, alla provenienza, ecc., ecc., ma per i non esperti d'arte, per le persone comuni e banali come me, che si confondono tra la folla, street art, nella maggior parte dei casi vuol dire... quelli che t'imbrattano il muro di casa, il portone, la saracinesca del negozio, i monumenti in pieno centro storico, ecc., con sgorbi fatti con le bombolette di vernice spray.
Ebbene, non facciamo di tutta l'erba un fascio.
Non generalizziamo.
Precisiamo e sottolineiamo che NON tutti gli artisti della street art sono così.
Molti (e voglio pensare che siano la maggior parte) mettono il loro talento al servizio delle persone e delle città. Ci avete mai pensato?
Con i loro disegni, rendono zone brutte e degradate, degne di essere visitate. Come vedere un arcobaleno dopo una tempesta.
Il mio incontro con le opere di URBANSOLID è stato così. Un arcobaleno di colori nel grigiore di Milano.
Ero in auto ferma ad un semaforo, giornata di lavoro, immersa nei miei pensieri, orologio alla mano, appuntamento, un po' di stress (tipico atteggiamento del milanese in automobile)... quando mi cade l'occhio sul pilone di un cavalcavia e vedo Wonder Woman che mi guarda...!! E nel pilone di fianco c'era Spiderman e nell'altro Hulk...!! Amo i personaggi dei fumetti!!!
Sono scoppiata a ridere e mi ricordo che ho detto: "E questi chi sono??? Ma che diavolo...?" e poi, semaforo verde, sono dovuta ripartire. Sorridente, allegra e con una curiosità tremenda, di scoprire di più su questi Supereroi a grandezza naturale che hanno reso migliore la mia giornata. Sono ritornata a quel semaforo munita di macchina fotografica e poi ho fatto un po' di ricerca.
Non è stato semplice (le sculture non avevano indicazioni nè targhette), ma alla fine è così che ho scoperto gli URBANSOLID, un duo artistico noto per i suoi graffiti tridimensionali, sculture di gesso, cemento e resina poggiati sui muri, in questo caso di Milano.
("Urban solid" in inglese è il rifiuto di grosse dimensioni, loro hanno deciso di chiamarsi così perché "abbandonano" per strada i loro oggetti, la loro arte).
Si conoscono da sempre. Hanno studiato insieme al liceo artistico e successivamente all'Accademia di Brera. Dopo personali percorsi artistici hanno deciso di unirsi e fondare URBANSOLID, scegliendo e privilegiando la strada come luogo espositivo. Con il poetico intento di rendere l'arte alla portata di tutti, regalando le loro opere alle città. (Viceversa, alcune cose le si potrebbero vedere solo nei musei).
Cercando di rendere belle alcune zone anche dal punto di vista artistico. Il contrasto tra degrado e bellezza. Molte le città che ospitano le loro opere (Parigi, Londra, Berlino, Praga, Torino, Firenze, passando per Parigi, Amsterdam, la Svizzera e il Belgio), che trovi quando meno te l'aspetti magari dietro l’angolo, o appoggiate ai piloni di un cavalcavia di Milano, come è successo a me.
Sono sempre rispettosi verso i beni comuni, intervengono solo in zone già degradate, su muri fatiscenti di palazzi ormai abbandonati, prossimi alla demolizione o in attesa di essere ricollocati nel tessuto urbano, senza mai danneggiare in modo irreparabile gli arredi pubblici e gli edifici. In una città come Milano, notoriamente un po' "grigia", certi murales o sculture, portano una ventata di freschezza e allegria.
Hanno iniziato ad appoggiare le loro sculture, sui muri, per strada. Si sono resi conto che così facendo, le portavano via, quindi hanno iniziato ad incollarle al marciapiede ed in seguito a fissarle al muro.
Hanno avuto un ottimo riscontro, tant'è che alcuni galleristi li hanno contattati per esporre le loro opere e qualcun altro gli ha commissionato delle sculture da tenere in salotto.
Ma gli URBANSOLID continuano però a portare la loro arte nelle strade.
Gli italiani sono artisti. Il mondo ci invidia il nostro buon gusto che mettiamo in ogni cosa, ma il nostro Paese non ha la forza, la grinta, l’atteggiamento imprenditoriale per finanziare e investire in cultura, perdendo così un importante ritorno economico e l'occasione per renderci migliori. Lunga vita agli URBANSOLID ed un grazie a tutte le città fuori dall'Italia, che (lungimiranti) ospitano ed apprezzano le loro opere.
Gabriella Ruggieri per 1blog4u