A proposito di redini, so che ami i cavalli, che hai avuto a che fare con i cavalli, vuoi raccontarmi qualcosa di più circa questo argomento?
Ero nel pieno della mia attività di commercialista, nel 1990, ed attraversavo un momento molto brutto e doloroso dal punto di vista personale e privato. Da una parte avevo il lavoro, che mi sorreggeva a dall'altra delle persone amiche che mi sono state vicino. Capendo che stavo attraversando un bruttissimo periodo, un giorno un amico imprenditore, che aveva un allevamento ed anche una scuderia di cavalli, mi convinse ad accompagnarlo ad un'asta. Per farmi uscire, distrarre e vedere anche un ambiente diverso. Lì vidi questo cavallo, si chiamava Humor del Rio e fu un colpo di fulmine.
C'era lì ovviamente anche la proprietaria e decidemmo di comprarlo. Da un figlio, come lo chiamavo io, sono poi diventati nove.
Poi per motivi logistici, perché non riuscivo più a seguirli, la scuderia nel frattempo da Crema si era spostata a Reggio Emilia, con dolore, ho cessato l'attività che comunque è sempre stata un hobby, al quale dedicavo il tempo libero, per distrarmi.
Dicevamo, hai lasciato il timone dello studio di Commercialista ai tuoi figli, ma in tutto questo come s'inserisce il tuo essere un produttore cinematografico e musicale? Non è che uno al mattino si alza e dice: “da oggi sono un produttore...” Come nasce il tutto? Qual è stato il percorso?
Coincidenze. Casualità. C'è chi lo chiama destino…
A volte incontri persone che ti portano solo dissapori, altre volte invece, da un incontro casuale può nascere qualcosa di bello. Di inimmaginabile.
Ero in Sicilia ed un amico Alessandro La Vela, mi ha parlato molto bene di una ragazza, una cantante, chiedendomi se ero disposto ad incontrarla e sentirla. Aveva già partecipato al talent di Gerry Scotti “Io Canto” ed io dissi di si. Il resto è storia, questa cantante si chiama Paola Gruppuso. Ma questo è un esempio per far capire il concetto di casualità.
Quindi sei nato come produttore musicale, il cinema è arrivato in un secondo momento… Com'è nata l'idea del film Briciole sul Mare?
Si esatto, prima è arrivata la musica, anche se spessissimo le cose sono strettamente legate tra di loro. Nel mio caso, come dicevo, ho prodotto il primo cd di Paola Gruppuso che si chiama “Grazie in anticipo”, all'interno c'è la canzone “Il ragazzo che non c'è” scritta da Loriana Lana.
Mi hanno presentato Loriana telefonicamente, poi ho avuto modo d'incontrarla di persona e mi ha coinvolto come editore musicale. Loriana Lana non ha bisogno di presentazioni, ha un Curriculum che merita un inchino, donna Wikipedia… insomma, capire che avevo di fronte un talento musicale non è che abbia richiesto lunghe meditazioni. Ricordo che si trattava di musicare uno spettacolo teatrale tratto da Pirandello, ascoltai le canzoni, una più bella dell'altra e lì è nata la nostra amicizia e collaborazione.
Alla prima dello spettacolo, a Roma, mi furono presentati Guido Cerniglia (doppiatore, attore e sceneggiatore) e Walter Nestola (attore, cantante e regista), persone splendide. Davvero splendide.
Ecco che nasce, quasi in simbiosi con la musica, il discorso cinema.
Partimmo da una canzone “Maledetto treno” (Loriana lana) e decidemmo di trarne un cortometraggio. Con Walter Nestola e Guido Cerniglia che scrisse la sceneggiatura, fu girato in Sicilia e posso dire che questo cortometraggio ci ha dato delle grandi soddisfazioni. (TOLFA Film festival, International Film Festival di Civitavecchia e in anteprima al Denver Sport Yacht Club di Boston).
Un giorno mi sono detto, visto che abbiamo girato un cortometraggio, con risultati discreti, perchè non realizzare un film?
E visto che sono un tipo che se si mette in testa una cosa, fa di tutto per raggiungerla ed arrivare fino in fondo, siamo partiti per questa avventura.
Con un budget abbastanza ridicolo e tra amici e amicizie, siamo riusciti a realizzare il film “Briciole sul Mare”, con la partecipazione di attori professionisti e non. Sono grato a loro tutti perchè hanno partecipato a titolo gratuito, solo con un rimborso spese. Il vero costo del film è stato il montaggio e tutto quello che ci sta dietro, la post produzione. Lo stesso Sergio Friscia, carissimo amico ha partecipato a titolo gratuito, in amicizia.
Ti hanno proposto di produrre un cortometraggio, tu ti sei appassionato all'idea ed i risultati si sono visti. Possiamo dire che dentro di te c'era già la passione per il cinema?
No, sarebbe sbagliato dirlo. É la musica che mi ha portato a scoprire il cinema. Tutto è partito dalla musica. Mi ricordo che quando abbiamo iniziato le riprese del cortometraggio, vedere come una canzone si trasformava in un qualcosa di visibile... le riprese stesse, la trasformazione passo dopo passo... ecco diciamo che in quei momenti è iniziata la passione.
Ritorniamo alla domanda, com'è nato Briciole sul Mare? Immagino che le dinamiche e le difficoltà siano diverse rispetto ad un corto.
Beh, si, assolutamente. Quando mi hanno prospettato il budget mi sono spaventato. Non sono un grande imprenditore, ma, siccome l'idea mi piaceva e caratterialmente mi piace risolvere le problematiche che via via la vita ti può mettere davanti, ho accettato, anche in questo caso, la sfida.
E dopo cosa succede? Una volta che il film è finito, che cosa accade?
Inizia la vera battaglia che vede me da solo. Attori, sceneggiatori, regista e tutto il team hanno finito il loro compito.
Il produttore deve vedere come portare in giro il film, come distribuirlo, promuoverlo. Si inizia ad incontrare decine di distributori. Devi essere pronto a sentirti dire “Nino Chirco chi è”? Nel cast non c'erano nomi altisonanti o famosi (tolti Sergio Friscia e Guido Cerniglia) quindi, molti hanno storto il naso. Altri ti fanno proposte economicamente inaccettabili e quindi mi sono detto “piuttosto lo distribuisco da solo”. Così è stato. Supportato da un legale di Roma, del settore, che mi ha messo in contatto con le sale cinematografiche e da Walter Nestola che oltre che regista è diventato un carissimo amico e si è adoperato in mille modi per la promozione del film.
Quindi questo è l'ingrediente importante affinchè una produzione musicale o cinematografica, abbia successo: la distribuzione. Come siete arrivati ad essere candidati al David di Donatello?
Prima di arrivare al David di Donatello, che senza ombra di dubbio è un traguardo importante, devo dirti che le soddisfazioni che abbiamo ricevuto sono state enormi. Pensa, tutto è partito da Paolo Mieli, al quale (grazie a Walter Nestola) abbiamo fatto recapitare una copia del film, che ha avuto la gentilezza di vedere il film e intervistato su Canale5, l'ha definito “un gioiello della commedia italiana....”
Da lì è partito tutto. Una magia. Una vera magia.
Tutti si sono interessati al film. I cinematografi, Rai3, Rete4, non c'è una trasmissione dove noi non siamo stati invitati. Pensa, alcuni produttori di grosso calibro mi hanno chiesto: “ma Nino quanto hai pagato per ottenere questo”? Nulla, assolutamente nulla.
Paolo Mieli è stato il vostro portafortuna?
Le famose coincidenze, come dicevo prima.
Quando c'è stata la prima a Roma, la Rai mi ha telefonato dicendomi che inviava una troupe per intervistare il pubblico alla fine della proiezione… le riprese sono poi state utilizzate nella trasmissione Cinematografo di Gigi Marzullo quando hanno invitato Walter Nestola e Lorena Noce.
É tutto quest'insieme di cose che hanno portato alla candidatura al David di Donatello.
Qualche aneddoto?
Restando in tema, il più bello è stato quando ho ricevuto la telefonata della segreteria del David. Ho visto il prefisso 06 e non volevo rispondere. Pensavo fosse una delle innumerevoli telefonate di spam telefonico.
Ho risposto per puro caso. Dall'altra parte del filo sento una voce che mi dice: “qui è la segreteria del David di Donatello”… ed io: “no, grazie signorina, ne ho già tante di enciclopedie. Grazie, la saluto”. “No, aspetti, aspetti, lei non è il signor Nino Chirco? Il produttore di Briciole sul Mare? Guardi che il suo film è stato selezionato per il David...” avrà anche pensato, questo è stupido, ed io: “Va bene, mi mandi un e-mail e mi spieghi quello che devo fare”.
Non ti dico quando ho raccontato la cosa alla mia addetta stampa e a Walter Nestola… Stanno ridendo ancora adesso.
Ti ho voluto raccontare quest'aneddoto per farti capire come a volte parti con il voler realizzare un progetto in cui credi, ma non hai la benché minima idea di cosa ti si prospetta davanti, cosa ti riserva il futuro, le dinamiche e le problematiche ad esso collegati. L'unica cosa che sai è che ci credi fermamente e che devi lavorare sodo ed impegnarti e via via che prende forma e si concretizza, ti capitano delle cose che mai, anche nei tuoi sogni più arditi, avresti pensato che si potessero verificare. Che potessero accadere.