Home » Arte, Libri e Cinema » STEFANO BRESSANI Hyper Heroes

STEFANO BRESSANI Hyper Heroes

 - Gabriella Ruggieri & partners
Sono andata a vedere la mostra di Stefano Bressani perché incuriosita da questa sua nuova tecnica artistica, perché da sempre sono interessata al riciclo creativo e soprattutto perché i supereroi hanno fatto parte e fanno parte della mia vita.
Sono cambiate molte cose in questo settore da quando ero bambina. Nuove tecniche, i video, i film… ma c’è un filo conduttore che attraversa immutato il corso degli anni: il sogno.
Tutti da bambini abbiamo creduto nei supereroi con quella purezza che ancora oggi fa credere ai bambini all’esistenza di Babbo Natale.
A volte si guarda al passato quasi con nostalgia, di un qualcosa che non ci sarà più e che è irripetibile e si tende (a volte) a demonizzare i tempi che cambiano e “il nuovo” come un qualcosa di negativo.
A mio parere non è così.
Questo l’ho capito guardando un documentario su dei nuovi siti archeologici scoperti grazie all’aiuto dei droni.
Un qualcosa di antico, un sogno, che continua a vivere con quella purezza, grazie anche al nuovo… ai droni.
Come dico spesso, non sono un critico d’arte, non lo sarò mai né intendo diventarlo, quindi le mie sono solo le pure e semplici sensazioni che mi hanno trasmesso le “sculture vestite” di Stefano Bressani, un viaggio nei miei ricordi di bambina e lo scoprire che se anche i tempi e le tecniche cambiano, resta sempre il sogno di credere nei supereroi che di volta in volta assumono connotazioni nuove.
Di seguito troverete il comunicato stampa dell’artista.
Visitate la galleria fotografica e perdonate il nostro imperfetto inglese.
Gabriella Ruggieri per 1blog4u

 - Gabriella Ruggieri & partners
Brevi cenni su Stefano Bressani:
Le “sculture vestite” di Stefano Bressani colpiscono per la loro originalità e per il tripudio di colori.
Bressani è nato a Pavia nel 1973, si è laureato in ingegneria meccanica e ha lavorato per molti anni come designer. 
Il suo studio si trova a Pavia, città nota per la Certosa, uno straordinario complesso monastico rinascimentale, e per aver visto nascere una delle prime università d’Italia.
Bressani fa molto uso del colore e con le sue “sculture vestite” apre ad un nuovo modo di pensare, vedere e concepire l’arte. 
L’arte attraverso la quale Bressani si esprime è di tipo figurativo con chiari riferimenti alla Pop Art, se così si può dire.
La sua arte è capace di far coesistere tre diversi mondi: Arte, Design e Moda. 
Il filo conduttore che lega questi mondi è la Stoffa. 
Stoffa che arriva da vestiti, scelti e scuciti per ricavarne trame, colori e spessori nuovi.
Stefano Bressani è il maestro di una tecnica considerata unica sulla scena dell'arte contemporanea internazionale. 
Usa i tessuti di moda (come abbiamo detto) per cucire il suo lavoro con la cura di un sarto, e non è un caso che molti lo chiamino il sarto d'arte.
Oltre alla ricerca, alla tecnica e alla competenza, il suo stile si basa anche sulla filosofia di usare la bellezza dell'arte per rendere eterno ciò che è normalmente limitato nel tempo, come i vestiti.

 - Gabriella Ruggieri & partners
“Vi presentiamo il nuovo progetto del Maestro Stefano Bressani nel quale l’artista desidera accompagnarci per mano oltre le finalità di essere una mostra contemporanea figurativa. 
Nel suo “Pianeta delle Stoffe”, in questa storia, si narra dell’ingiustizia del tempo, dei risvolti sociali e dei paradossi che, in modalità giocosa (come è solito fare), nascondono il lato oscuro del nostro vivere, dietro un siparietto in cui ognuno, marionetta del suo destino, gioca la propria partita.
Bressani, figlio degli anni ’70 nasce e cresce con l’immagine dei Supereroi del suo tempo, robot spaziali, futuribili ed improbabili per quel periodo, legati al fare dell’uomo e al desiderio di poter salvare il mondo mettendo sempre davanti (lo insegna la storia), il nobile proposito del cuore che, romanticamente, si pone prima di ogni azione.
In verità come molti ricorderanno, dentro ad ogni robot appartenuto alla sua infanzia, il pilota era sovente l’uomo.
C’erano dischi volanti, magli perforanti e funamboliche figure atletiche che attraversavano cascate per posizionarsi alla guida dopo tripli salti mortali.
Il bene trionfava sempre sul male e l’idea di pace, dopo ogni battaglia, era oggetto di una quasi sistematica restituzione all’ordine.
Crescendo, Stefano Bressani ha vissuto però un mondo diverso, maturando ha saputo meglio analizzare come la realtà distorta che veniva raccontata in quelle situazioni, quelle dei suoi Supereroi, anche se apparentemente inventate, non avesse purtroppo un ritorno oggettivo con la realtà tangibile.
Ognuno oggi percepisce l’arte come una licenza poetica e sa che, grazie ad essa, è possibile giocare attraverso le immagini, tra incoerenze e paradossi, da quelli più evidenti a quelli più sottili.
Si apprezza oggi il sistema (spesso utilizzato dagli artisti), per raccontare il loro presente che poi è lo stesso di chi guarda. 
Nel lavoro di Bressani, il filo che unisce il passato al presente e lo proietta verso il futuro è sempre vivo ma spesso merita una spiegazione approfondita permettendo così, a chi osserva, di potersi addentrare nel concetto andando oltre la tecnica che gli è stata riconosciuta e oltre il colore che meglio lo rappresenta.

 - Gabriella Ruggieri & partners
“Hyper Heroes – From The Deepest Web World Space” è un titolo ironico che cela, tra le sue lettere, una modalità di ricerca quasi scientifica, scegliendo in modo evidente le immagini dal nuovo mondo vistuale e reinterpretandole secondo i suoi più intimi paradigmi.
Oggi, che di anni ne sono passati tanti da quei ’70, tutto accade IPER velocemente e spesso resta intrappolato nella rete della IPER informazione.
Non si legge più, le edicole in cui si acquistavano i fumetti sono divenute un lontano ricordo. 
Gli adulti si oggi si sentono a volte proiettati in un tempo che non gli appartiene ma al quale si sono adattati, forti di una resilienza che ha permesso loro il passaggio dall’analogico al digitale.
A breve probabilmente, non avremo nemmeno più il tempo di guardare le immagini a monitor.
Tutto accade qui, in questa storia, dove Bressani omaggia il mondo dei manga giapponesi, quelli che negli anni hanno subito profondi cambiamenti rivalutando le modalità di esecuzione, dal disegno a matita di certi fumettisti degli anni ’40 alle penne grafiche dei più blasonati programmi informatici.
Questo è il nuovo posto per i nuovi supereroi, divenuti film, vittime di nuove avvincenti interpretazioni, dove gli attori (bravissimi) si sono arrogati la possibilità di diventare loro stessi robot, vittime a loro insaputa di una storia che si ripete in un ciclo armonico senza fine.
Meritano quindi una promozione, i supereroi, con tutta l’ironia che Bressani sa proporre nel suo racconto.
Divenuti da SUPER a IPER, ma costretti per la natura delle ferree regole di questo mondo, ad una trasformazione, forzati a ritornare bambini dalle sembianze dei personaggi Chibi della cultura manga Giapponese e rappresentati da un titolo anglofono per schernirne le sembianze.
Secondo la lingua inglese infatti, lo stesso aggettivo è paragonabile al significato di “Super deformed”, un gioco di situazioni che per Bressani riportano ad una denuncia propositiva che deve far pensare con una più consapevole valutazione del sistema in cui viviamo. 
La mostra consiste in uno spot mono formato colorato e avvincente in cui ci si può perdere tra i volumi delle “Sculture Vestite” confezionate sapientemente da Bressani, un luogo in cui puoi entrare e uscire, passando dal parametro figurativo a quello informale senza alcun punto di riferimento, una sorta di disorientamento programmato che invoglia il tatto e tutti i sensi contemporaneamente.

Ma… tra i tanti “simpatici deformi”, dalle teste grandi e il corpo piccolo, dalle grandi mani e gli occhi grandi e dolci, spicca l’opera più importante di tutte, quella che volutamente il Bressani ha lasciato fuori dalla comunicazione mediatica e quella che è rimasta segreta fino al momento della inaugurazione.
Non per tecnica, ma per modalità di linguaggio, Flash ci riporta con i piedi per terra, tra la coerenza dell’uomo Stefano Bressani e le incoerenze dell’artista.
A capo delle 12 Opere 100x70x8 cm appese alle pareti, la scultura più grande vigila adirata al senso della vita quasi come volersi riprendere il tempo perduto.
Il vero gioco si posa su un cambio di direzione inaspettato, dove l’anima di un fumetto romantico come quello uscito dal cappello di Gardner Fox e dalle mani del disegnatore Harry Lampert nel 1940, vuole riprendersi tutto. 
Proprio lui che, abituato a vivere ad una velocità IPER sonica si vede essere l’unico rimasto vecchio, paradossalmente a sorvegliare una scolaresca di bambini, che a differenza sua, sono tornati a giocare con sé stessi.
Se vi abbandonate alle immagini, lasciatevi disorientare dai concetti, cedete gli occhi a ciò che non va spiegato perché è bello che l’Arte possa esprimersi, prima di tutto, secondo una “non logica” che ha una logica: si chiamano idee, e le idee devono essere necessariamente frutto di un pensiero rispettabile e rispettato, un pensiero che sa generare una storia da raccontare.
Ognuno uscirà con una opinione e forse un proposito, perché nella vita di ognuno di noi, tutti possiamo ambire ad essere promossi da “super” ad “iper”.
Si lascia a voi la conclusione della storia con un suggerimento: forse non importa a quale velocità decidiate di correre, forse l’importante è capire che ogni viaggio lascia un senso profondo, ed anche in questo, forse, ognuno ha avuto la possibilità di iniziare ad essere un supereroe per la propria vita e un ipereroe per la vita degli altri” (Comunicato Stampa)
 

visitate la Galleria (ph. Vaifro Minoretti per 1blog4u)

 

Contatti:
STEFANO BRESSANI Studio - Via Ludovico il Moro 90 - 27100  PAVIA  PV
Telefono: +39 3493855416
stefanobressani@gmail.com