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LE FORME DEL GIOCO exhibition

 - Gabriella Ruggieri & partners

Siamo andati a vedere la recente mostra “LE FORME DEL GIOCO” all’ADI Design Museum di Milano.

L’inaugurazione è coincisa con la presentazione del libro: “GIORDANI il mito delle auto a pedali (the pedal car legend)” di Gigi Soldano and Piero Pini.

Gigi Soldano, come molti sapranno, è un famoso e poliedrico fotografo. 

Per alcuni è “colui che fotografa la velocità”, perché senza ombra di dubbio le più iconiche foto del Motomondiale e del motorsport… sono sue.

Ed è per questo che abbiamo trovato decisamente risibile, il divieto,  del ‘geranio’ messo all’entrata, di scattare foto. Con i cellulari si, ma non con le macchine fotografiche, di chi come noi ha sempre l’abitudine di accreditarsi, con biglietti da visita e ciò che serve. Considerato il fatto che oggi alcuni cellulari permettono di scattare foto con una risoluzione eccellente. E ben inteso, la mostra era ad ingresso gratuito e nessuna menzione di tale ridicolo divieto era menziato da nessuna parte, sito compreso.

Mi è venuta in mente la frase di un mio amico giornalista: “Ogni testa è un mondo, in quella di molti non c’è vita intelligente”…

Ma… a parte questo esilarante aneddoto, non fraintendetemi, la mostra è stata bellissima, emozionante e decisamente coinvolgente. 

È stata una di quelle esibizioni che inevitabilmente tocca tasti profondi in ognuno di noi, perché ognuno di noi in qualche modo ha avuto a che fare con le automobiline e vederle in un’esposizione, fa affiorare ricordi di infanzia decisamente preziosi e irripetibili.

Lo stesso libro di Gigi Soldano e Piero Pini è, secondo la mia modesta opinione, un ‘must have”.

Bellissime foto e pura poesia nel raccontare che per cinque generazioni, dal 1875 al 1984, la famiglia Giordani ha dato vita, con impegno e passione, ad una ditta che, dall'originaria lavorazione del ferro, si è specializzata nella produzione di giocattoli sportivi e carrozzine. Questa ‘fabbrica della felicità’ al servizio delle famiglie e dei bambini ha lasciato un segno indelebile nel loro immaginario ed una fama che ancora sopravvive, tanto da rendere oggi quegli oggetti particolarmente ambiti nel mercato del modernariato e del collezionismo.

Qui di seguito raccontiamo per sommi capi, la storia delle automobili a pedali, avendo fatto una ricerca sul web. Spero la troviate interessante. In fondo troverete alcuni link che possono essere utili e speriamo anche che vi piacciano le nostre foto.

Buona lettura.

Gabriella Ruggieri per 1blog4u

 - Gabriella Ruggieri & partners

All'inizio del XX secolo, le auto a pedali entrarono timidamente nel mercato. Un catalogo del 1902, pubblicato a Parigi, mostrava il precursore delle carrozze a pedali: un veicolo di legno che ricordavauna carrozza senza cavalli. Questo piccolo "Landau" era un giocattolo da favola a quel tempo: aveva un corpo di legno, parafanghi, freni, luci, un volante e un clacson. Costava 65 franchi francesi, che era un prezzo ragionevole per quel periodo.

Va detto, tuttavia, che le prime auto a pedali erano in realtà molto costose e quindi disponibili solo per un numero molto limitato di acquirenti. Furono realizzate da artigiani in piccole quantità, il che spiega il loro prezzo. Dopotutto, lo stesso si potrebbe dire dell'auto.

Anche negli Stati Uniti c'erano prove di veicoli a pedali all'inizio del XX secolo. Il catalogo del 1903 di Chicago presentava immagini di tali veicoli per bambini insieme a cavalli, carri e tricicli. Furonoprogettati come carrozze e funzionavano sullo stesso principio di una bicicletta. Intorno al 1910, le auto a pedali iniziarono a prosperare. Nei paesi più avanzati, le fabbriche specializzate sono cresciute rapidamente e i nuovi modelli diventarono più sofisticati. Erano dotati di parabrezza inclinati, parafanghi, targhe, luci, parti cromate, paraurti, ruote di scorta, pneumatici, clacson e sedili imbottiti.

Queste "auto per bambini" erano l'emulazione delle "auto per adulti" in tutti gli aspetti.

 - Gabriella Ruggieri & partners

Liens, un produttore britannico di giocattoli in seguito noto come Tri-ang, iniziò a produrre auto a pedali intorno al 1909. Negli anni successivi, Tri-ang ha prodotto un numero enorme di modelli dall'aspetto fantastico per diverse generazioni di bambini. Giordani, un'azienda italiana fondata nel 1875, che originariamente produceva sedie a rotelle, tricicli e giocattoli per bambini, presentò la sua prima auto a pedali nel 1915. Anche la Francia ha anche svolto un ruolo importante nella storia delle auto a pedali. Nel 2014, un'auto a due posti simile alla Peugeot Grand Prix 1911 con pedali montati su cuscinetti a sfera apparve sul mercato. Il produttore offrì diverse versioni di questo modello a prezzi diversi. La versione più costosa era un modello lungo due metri che costava 175 franchi francesi, mentre quello più economico costava 25 franchi.

Anche André Citroën, è stato uno dei primi leader del settore a vedere l'auto a pedali come un brillante veicolo promozionale per le case automobilistiche e i bambini come futuri clienti. Una sua famosa frase recitava: "Le prime parole che un bambino dovrebbe imparare a pronunciare sono mamma, papà e Citroën". Questo industriale francese iniziò un'enorme campagna di promozione per conquistare il cuore dei bambini. Durò dieci anni, durante i quali più di mezzo milione di grandi giocattoli meccanici destinati ai figli dei clienti Citroën furono prodotti dal dipartimento speciale di Citroën.

Un'auto come quella di proprietà del proprio papà non era più solo un sogno...

 - Gabriella Ruggieri & partners

Anche alcune altre famose case automobilistiche saltarono sul carro. La Bugatti 35 Grand Prix fu la vettura sportiva più significativa nella storia dell'auto, con un palmares di oltre 2.000 vittorie, su pista e su strada, record ancora imbattuto. Fu il modello che più di ogni altro alimentò la leggenda delle "purosangue Bugatti"

Lo stesso Ettore Bugatti costruì un vero modello della Type 35 con trazione elettrica per suo figlio Roland nel 1927. Furono realizzati circa novanta modelli di questo giocattolo da sogno, designati per i figli dei clienti più ricchi. La fama della Bugatti Type 35 fu troppo grande per non attirare altre case automobilistiche.

Le varianti pedale "Bugatti" per bambini sono state prodotte dall'azienda francese Eureka e hanno portato il fenomeno Bugatti nei parchi e nei parchi giochi per molti bambini.

La seconda guerra mondiale interruppe il boom delle auto a pedali. Ma subito dopo, il mondo dei giocattoli fu pronto per tornare in gioco. Nel 1949, la Austin Junior Car Factory, una fabbrica appositamente costruita che produceva auto a pedali per bambini, fu fondata in Inghilterra. I proprietari impiegavano più di 200 minatori con disabilità. Il modello J40 è rimasto in produzione per più di 20 anni.

 - Gabriella Ruggieri & partners

Negli anni '50, grazie alle nuove tecnologie, i materiali in plastica e fibra di vetro iniziarono a sostituire il metallo, il che riduceva il costo di produzione di auto junior e abbassava rapidamente i prezzi. I nuovi modelli avevano poco in comune con i loro antenati degli anni '20 e '30 in cui era incorporata molta maestria, raffinatezza e artigianalità.

Il boom della plastica ha portato molte innovazioni. Sono stati progettati modelli immaginari ma anche copie di auto reali e auto da corsa come Ferrari, Lotus, Cooper. I modelli più economici sono ancora a pedali, tuttavia le auto con piccoli motori elettrici che hanno guadagnato popolarità sono prodotte oggi a prezzi molto convenienti.

Ma non è più storia... 

Link utili:

-pedalplanet.sk 

-pedalcarplanet.com

-Gigi Soldano: photomilagro.com

-Giorgio Nada Editore: GIORDANI il mito delle auto a pedali (the pedal car legend) 


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